L'ARCI di Foggia dice NO ai tagli per la Cultura
Mobilitazione 12 novembre 2010 - "Porte chiuse, luci accese"
L’Arci Comitato Territoriale di Foggia partecipa alla mobilitazione nazionale del 12 novembre a difesa del diritto alla cultura “Porte chiuse, luci accese sulla cultura” promossa da Federculture ed ANCI e finalizzata alla sensibilizzazione sugli effetti della manovra finanziaria sul settore della cultura. Decine di città, tra cui il Comune di Foggia, hanno già aderito all’iniziativa che mette in evidenza il drammatico momento che stanno vivendo le politiche culturali nel nostro Paese. Tutto il sistema culturale e della conoscenza, dalla scuola alla università, dai teatri ai cinema, dai media ai musei, dal patrimonio artistico alla cultura diffusa, sta infatti subendo un attacco senza precedenti. Per questo motivo il 12 novembre musei, biblioteche, siti archeologici, luoghi di spettacolo in tutta Italia chiuderanno i battenti e fermeranno le loro attività per richiamare l’attenzione sugli effetti che la manovra finanziaria avrà sul settore e per riaffermare il diritto alla cultura. La mobilitazione si articolerà in forme diverse e per gli Enti che non potranno procedere alla chiusura delle loro strutture sarà comunque possibile aderire all’iniziativa adottando modalità alternative di partecipazione e comunicazione della protesta. Le forme che può prendere la protesta sono diverse a seconda dei contesti. Si può listare a lutto una sede, leggere un documento di adesione durante un evento, distribuire un volantino che sostiene l’iniziativa, dedicare la serata del 12 novembre con un incontro o un evento culturale a tema, promuovere la giornata tramite facebook e altri media.
Pertanto invitiamo tutti i nostri sostentitori a mobilitarsi per il giorno 12 novembre affinchè manifestino il proprio secco "NO" a qualsiasi tentativo di svendita del patrimonio culturale italiano. La Cultura è il nostro Futuro ed ogni tentativo di considerarla un "bene di lusso" deve essere rigettato. Non possiamo rimanere impassibili di fronte a questo sfascio (sfascio letterale: basti considerare quello che è successo ai reperti di Pompei negi giorni scorsi) specie se, come tanti altri cittadini, riteniamo la Cultura un mezzo primario di crescita sociale ed umana nonchè l'elemento che sta alla base di qualsiasi progetto di convivenza civile. La Cultura viene ritenuta (da questo Governo) una spesa e non un investimento capace di promuovere in maniera determinante il progresso della società civile: questo è inaccettabile.
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