Cari amici, care amiche,
come molti di voi sapranno, l’associazione che mi onoro di presiedere, l’Arci Comitato Provinciale di Foggia, ha celebrato lo scorso 10 Luglio il suo ventesimo genetliaco.
L’ARCI Nazionale di storia ne ha parecchia di più: nasce formalmente nel 1957 nel solco della tradizione delle case del popolo e dei più nobili principi del mutualismo e del solidarismo italiano del Novecento.
E l’Arci Comitato Provinciale di Foggia, in seno alla grande famiglia dell’Arci, da venti anni, e cioè appunto dall’10 Luglio del 1990, come recita diligentemente il suo atto costitutivo, opera attraverso (e con) i suoi circoli in collaborazione con istituzioni, enti locali ed associazioni del Terzo Settore, per promuovere sul territorio di Capitanata quegli stessi principi che contraddistinguono e qualificano la rete ARCI: principi che non smetteremo di onorare nell’impegno concreto delle nostre iniziative e che non saranno mai considerati anacronistici o storicamente superati, poiché crediamo fortemente che le fiaccole della solidarietà, della fratellanza e dell’uguaglianza siano destinate ad illuminare per sempre il cammino degli uomini, soprattutto nei momenti di “oscurità”, nei tempi di crisi economica e morale come quello che stiamo vivendo.
Qualcuno di voi ha voluto dedicarci (e per questo lo ringraziamo particolarmente) una poesia di Tom Benetollo, indimenticato presidente dell’ARCI nazionale e punto di riferimento per il pacifismo italiano. La riporto alla fine di questo mio messaggio, invitando tutti a leggerla poiché è davvero molto bella.
E, riprendendo lo scritto di Tom Benetollo, per chiudere questa nota di ringraziamento agli amici che ci seguono su Facebook, una sola cosa voglio aggiungere: siate pur certi che l’Arci Comitato Provinciale di Foggia continuerà ad operare con il medesimo impegno dei suoi primi venti anni: perché anche noi, proprio come i “lampadieri” di Tom, vogliamo continuare a sentirci “dalla parte buona della vita”.
Grazie a tutti.
Domenico Rizzi.
In questa notte scura,
qualcuno di noi, nel suo piccolo,
è come quei “lampadieri” che,
camminando innanzi,
tengono la pertica rivolta all’indietro,
appoggiata sulla spalla,
con il lume in cima.
Così,
il “lampadiere” vede poco davanti a sé,
ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.
Qualcuno ci prova.
Non per eroismo o narcisismo,
ma per sentirsi dalla parte buona della vita.
Per quello che si è.
Credi.
TOM BENETOLLO
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